Depressione, il ruolo della stimolazione elettrica nel miglioramento dell’umore

Nuove ricerche sembrano dimostrare che la stimolazione elettrica cerebrale profonda può contrastare la depressione resistente ad altri trattamenti e migliorare l’umore. Insomma, stimolare un’area cerebrale chiamata corteccia orbito-frontale con la stimolazione elettrica avrebbe portato a “significativi” miglioramenti dell’umore per le persone che soffrono di depressione non lieve, bensì da moderata a grave, confermando come l’uso della DBS per colpire alcune aree chiave possa alleviare i sintomi di una depressione conclamata.

Ricordiamo come il disturbo depressivo maggiore colpisca oltre 16 milioni di adulti all’anno negli soli Stati Uniti, e come sia la “principale causa di disabilità in tutto il mondo”. Si tratta purtroppo di un problema ben noto e diffuso anche qui da noi e in tutto il mondo occidentale, aggravato dal fatto che una percentuale significativa di persone che vivono con la depressione grave non ottiene alcun sollievo dai trattamenti esistenti. Studi recenti confermano altresì che fino al 30 per cento delle persone affette da depressione hanno una forma intrattabile della condizione.

Recentemente, la stimolazione cerebrale profonda (DBS) è emersa come una potenziale terapia che può avere successo dove altri trattamenti hanno fallito. Nella DBS, di fatti, gli specialisti impiantano chirurgicamente elettrodi stimolanti nel cervello per inviare correnti elettriche ad aree mirate: uno studio condotto da un team di ricercatori guidato dal dottor Eddie Chang e dai suoi colleghi, dimostra come l’uso della DBS in 25 persone che avevano sintomi depressivi abbia ottenuto dei feedback molto incoraggianti.

Lo studio del dottor Chang, anche professore di neurochirurgia presso la University of California San Francisco (UCSF), è stato riportato con i relativi risultati sull’ultimo numero della rivista Current Biology.

 

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