Si può vendere una casa donata? Ecco tutto quello che devi sapere
Cosa prevede la normativa rispetto alla vendita di case donate? Forse non tutti sanno che questo aspetto è cambiato a seguito della Legge di Bilancio 2019 ed il relativo emendamento approvato il 4 dicembre dell’anno precedente dalla V commissione della Camera dei Deputati. In breve chi compra un immobile donato non corre più il rischio di doverlo restituire ai familiari che hanno subìto il cosiddetto danno patrimoniale a seguito dell’atto di donazione irregolare. Quindi ciò che ne è emerso è che questa pratica sia stata facilitata con le modifiche alla disciplina civilistica degli atti di donazione. In questo articolo vedremo tutto quello che c’è da sapere per chi ha intenzione di vendere casa donata.
La semplificazione normativa
Come anticipato qui sopra la vendita di una casa donata è stata semplificata grazie all’approvazione dell’emendamento della Legge di Bilancio 2019 che va a disciplinare l’assetto civilistico rispetto alla donazione. Questa modifica elimina l’azione di rivendicazione dei familiari a seguito di lesione delle quote legittime e, di conseguenza, vendere un immobile donato non sarà più complicato come in passato.
Il punto è che i beni immobili donati presentano talune complessità per il venditore che hanno spinto le istituzioni a procedere verso una necessaria riforma atta a semplificare le procedure. Tra i cambiamenti intervenuti con l’emendamento approvato alla Camera dei Deputati è stata modificata una corposa parte del Codice Civile per cui le vendite di immobili donati sono state semplificate con il fine di dare maggiori garanzie a chi acquista.
Cosa prevede l’emendamento?
Tale emendamento prevede che qualora i familiari dovessero impugnare la questione per lesione della quota legittima questo non andrà a infierire con l’acquirente. Non si corre più il rischio di dover restituire l’immobile a compensazione del danno economico subito. L’emendamento modifica in particolare l’articolo 563 del Codice Civile che disciplina l’azione contro gli aventi causa dai donatari soggetti a riduzione. Questo significa che il ridimensionamento della donazione non pregiudica più i diritti degli acquirenti terzi.
Quindi nel caso di lesioni della quota legittima gli aventi diritto a rivalersi non potranno avere indietro l’immobile sottraendolo all’acquirente. Ciò che potranno fare è ottenere una compensazione pecuniaria da parte del familiare che ha avuto in dono l’immobile e che, successivamente, lo ha venduto. Per questo i familiari danneggiati hanno diritto a ricevere una quota in denaro che vada a compensare la violazione sulla quota legittima rispetto al valore dell’immobile stesso.
L’acquirente viene chiamato in causa solamente se il donatario, ovvero chi ha venduto l’immobile. In questo caso il rimborso ai familiari da parte del compratore potrà avere luogo solo e soltanto se questi ha ottenuto l’immobile a titolo gratuito. Negli altri casi spetta al donatario provvedere a compensare la quota legittima lesa.
L’obiettivo della norma
Tale emendamento ha avuto applicazione all’entrata in vigore della legge di Bilancio 2019. Per le altre successioni si applica la vecchia normativa che consente tutt’ora di restituire la casa anche nei confronti di compratori terzi. In entrambi i casi i familiari resi hanno vent’anni di tempo a partire dalla data di donazione per proporre l’azione di restituzione. Questa riforma è stata voluta per contrastare la crisi del settore immobiliare e tutelare i diritti degli acquirenti terzi che, in numerosissimi casi, si sono trovati a dover cedere l’immobile pur essendo totalmente estranei alle questioni familiari che riguardano il venditore.